Etichetta delle mie brame 🏷️qual è il cibo più pregiato 👑 del reame? Non quello che compri tu!

Se il supermercato ti confonde e l’etichetta ti stordisce, niente paura cara mamma. In effetti, non sempre i prodotti pregiati e di qualità che pensiamo di comprare lo sono realmente, ecco come non farti truffare!

Ormai fare la spesa al supermercato è diventata una vera e propria esperienza. Se con gli anni del boom economico bastava recarsi in una delle tanti filiali della grande distribuzione in giro per il mondo per rimanere ammaliati dalla quantità e dalla varietà – l’offerta oggi come allora supera di gran lunga la domanda – oggi le cose sono cambiate.

Etichetta prodotti
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Insomma, un consumatore non si sente più appagato dal sentimento dell’abbondanza. Proprio perché viviamo nella bambagia – nel senso che non ci manca la scelta di cosa mangiare e come mangiare – ci siamo in parte assuefatti e vogliamo così sempre di più, un nuovo stimolo all’acquisto che non sia vittima della monotonia del consumo.

Possiamo dire, in altre parole, come il troppo ci abbia stancato, ne abbiamo davvero in abbondanza e non ci piace più. Dalla pasta al latte, dal cioccolato ai sughi pronti, tutto ormai è diventato davvero tanto e troppo.

Ecco perché oggi le strategie di marketing odierne puntano molto sull’esperienza e sull’esclusività, due aspetti concatenanti che concorrono all’acquisto pressoché perfetto. Ma non finisce qui.

L’idea di mangiare alimenti industriali, che hanno perso la loro genuinità di fondo, ci imprigiona nella preoccupazione – nella maggior parte dei casi giusta – di star avvelenando il nostro corpo con prodotti dai tratti chimici, belli e pronti. E diciamo come le allerte o il maxi controllo a tappeto dei Nas concorrono a fomentare questa legittima apprensione.

Proprio per questo, i grandi produttori si sono attrezzati in tal senso, riponendo nell’etichetta e nel packaging accattivante tutto i loro sforzi. Eppure, non sempre i prodotti pregiati e di qualità che pensiamo di comprare lo sono realmente.

Etichetta sulle confezioni: lo specchietto per le allodole dei prodotti di qualità

Possiamo dire come la nostra scelta agli acquisti sia ben guidata. Se nell’etichetta, infatti, leggiamo qualche ingrediente particolare, pregiato o inusuale, in automatico pensiamo che quel prodotto – che sia una pasta ripiena, un sugo pronto o un salume poco cambia – sia buono, proprio perché è l’etichetta dell’azienda produttrice a darci tutte le informazioni necessarie alla bontà.

Etichetta prodotti supermercato
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Una bella immagine e confezione carina, poi, fanno il resto. Insomma, è proprio quello il “colpo d’occhio” che ci fa scegliere qualcosa invece di un’altra. Ma dopo tutta questa lunghissima premessa, è arrivato il momento di fare qualche esempio concreto di prodotti non così tanto buoni, pregiati e invitanti come appaiono in confezione.

Come riportato da ‘Il Fatto Alimentare’, nei ravioli Rana “Oro rosso”, particolari per il loro ripieno all’astice e gamberi, in realtà la polpa d’astice contenuta nel ripieno è solo il 20%, per il 59% complessivo del prodotto.

Una falla simile, la possiamo trovare anche nel risotto liofilizzato alle zucchine e gamberetti a marchio Conad. I gamberetti contenuti, in realtà, sono solo l’1,8%, quantità che corrisponde a 7 grammi in una busta da 175 grammi per due porzioni.

Sembra anche abbastanza, eppure non lo è. Per preparare il risotto pronto, infatti, servono ben 600 ml di acqua, per un totale di 390 g a testa di prodotto. Così quei 7 grammi di gamberetti si perdono lì in mezzo ai chicchi di riso, malgrado la confezione ne esalti il condimento. Ma non finisce qui.

Passiamo ora ai funghi porcini, la qualità più ricercata e pregiata in assoluto di funghi. Già solo leggendo “porcini” hai l’acquolina in bocca, non è vero mamma? Pensa a vedere il packaging invitante che in tutti modi ti sta dicendo “comprami”. Ecco, anche in questo caso è necessario fare più di un appunto.

Sempre nell’articolo de ‘Il Fatto Alimentare’, infatti, si legge come in una porzione da 250 grammi di risotto ai porcini “Viva la mamma-Beretta”, ce ne siano solo 8,4 grammi. Un po’ come accade per il risotto disidratato Knorr Risotteria ai porcini con l’1,1% di porcini, per soli 4,3 grammi di funghi a porzione.

Ma questo discorso si può applicare davvero a tantissimi prodotti che compriamo abitualmente, se non addirittura quotidianamente. Per rendere ancora l’idea del fenomeno, parliamo adesso dei prodotti integrali, molto gettonati sia da chi è a dieta sia da chi crede basti mangiare un biscotto integrale per perdere magicamente peso. Insomma, sono dei prodotti ampiamente trasversali.

Nello specifico, non è sempre detto che pasta, biscotti e pane integrali siano sempre salutistici al 100%, come dichiarato invece in etichetta. I biscotti Oro Saiwa Cruscoro, in questo senso, dichiarano la farina integrale sulla confezione, eppure solo il 22% è integrale, la restante parte, infatti, ovvero il 49% è farina setacciata.

E anche nei Cracker Integrali Tuc, accade un espediente simile. La farina di frumento integrale è solo il 19 %, a dimostrazione del fatto che gli ingredienti in bella vista sul pacco possono essere dei veri specchietti per le allodole. E’ importante, insomma, leggere tutta l’etichetta e anche il retro della confezione, per fare acquisti sempre consapevoli e coerenti  con le tue scelte alimentari.

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