Vite al limite, l’assurdo retroscena 😧 : i pazienti per essere ammessi devono farlo almeno una volta 😱

Vite al limite è un programma davvero amatissimo, ma nasconde diversi retroscena. Uno di questi però è spuntato di recente.

Vite al limite è uno dei programmi più seguiti in assoluto oggi. Probabilmente il motivo è che ogni puntata rappresenta la rinascita di un paziente.

Vite al limite retroscena
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I protagonisti dello show, infatti, arrivano a Houston nella clinica dell’ormai famosissimo dottor Younan Nowzaradan in condizioni critiche: ognuno di loro generalmente pesa tra i 250 e i 350 kg.

Ognuno di loro poi segue un protocollo ben preciso: inizialmente segue una dieta ferrea per iniziare a perdere i primi chili e solo dopo si sottopone a un bypass gastrico per completare la perdita di peso.

Il primissimo episodio fu trasmesso negli USA 1º febbraio 2012: da allora sono andate in onda ben dieci stagioni. Durante la prima, i pazienti erano stati filmati per ben sette anni di seguito (cioè esattamente dal 2004 al 2011, mentre dalla seconda in poi il lasso di tempo si è ridotto, passando da sette anni ad uno.

Non tutti sanno però che c’è un assurdo retroscena dietro Vite al limite: tutti i pazienti prima di essere ammessi al programma devono fare una cosa almeno una volta.

Vite al limite: spunta l’assurdo retroscena

Dietro Vite al limite – come accade più o meno per ogni programma televisivo – ci sono diversi retroscena.

Vite al limite retroscena
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Non tutti sanno, infatti, che le cose non sono esattamente come sembrano innanzitutto, perché a volte alcuni pazienti non ce la fanno.

Non tutte le storie hanno un lieto fine come quello di Marla McCants, che oggi è decisamente cambiata grazie allo show.

La prima paziente del dottor Younan Nowzaradan, ad esempio, è morta 12 giorni dopo l’intervento di bypass. Si trattava di Renee Williams, che era partita da un peso iniziale di 381 chili, ma il cuore non ha retto.

Come lei anche altri pazienti non sono riusciti a sopravvivere, come Henry Foots, Robert Buchel, Kelly Mason e Sean Miliken ed è giusto ricordarli e menzionare anche i loro casi, per far comprendere quanto l’obesità possa essere un problema serio.

Alcuni pazienti che possiamo vedere nello show, inoltre, non sono stati presi in cura da altri medici perché considerati “non trattabili”, ma nonostante ciò il dottore ha deciso comunque di occuparsene. Questo la dice lunga sulla loro situazione di partenza.

C’è da dire però che anche sul dottor Nowzaradan negli anni si sono alzati diversi polveroni: il primo risale al 2012, quando fu citato in giudizio. Un suo paziente, infatti, lo accusò di aver lasciato un tubo all’interno del suo corpo durante un’operazione. A causa di ciò, la persona in questione avrebbe perso parte del suo colon.

C’è da dire che l’anno successivo la causa fu archiviata, perché il dottore dimostrò di non avere alcuna colpa.

Questa però non è stata l’unica accusa che gli è stata mossa negli anni (anche se dal punto di vista legale rappresenta un unicum).

Una sua ex paziente, Cinthya Wells, qualche tempo fa decise di lasciare lo show, sostenendo che avesse in realtà ben poco da offrirle. Allo stesso modo, anche un’altra donna aveva affermato di aver visto il dottor Nowzaradan solo ed esclusivamente durante le riprese.

Un altro triste retroscena del programma riguarda proprio i pazienti: alcuni di loro, infatti, hanno problemi anche più grandi di quello che si vede nello show. Una di loro, ad esempio, Tracey Matthews, aveva il caso peggiore di linfedema e cellulite di tutte le edizioni.

C’è da aggiungere che molti tra l’altro vengono anche presi di mira sul web durante la messa in onda delle puntate, come ha raccontato Justin McSwain.

Un altro retroscena ancora su Vite al limite è questo: ogni partecipante per essere ammesso allo show, deve fare almeno una doccia. 

Questo perché quella che per la maggior parte delle persone è una semplice operazione di routine, per chi è gravemente obeso diventa quasi una mission impossible.

Basti pensare che una paziente, Nicole Lewis, fu costretta a fare il bagno sotto il portico perché non riusciva a stare nella doccia.

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