Conto in banca ed inflazione: le soluzioni per non perdere denaro

Esiste una relazione molto precisa tra l’inflazione ed il conto in banca di ognuno di noi: ma questa attualmente non è affatto positiva. Chi ha lasciato il suo capitale “fermo”, sta solo perdendo. Ecco cosa potresti fare per ovviare a questo problema.

Quanto incide l’inflazione sul tuo conto in banca? Molto, anzi, forse molto più di quanto immagini.

inflazione conto in banca
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Il problema, riassumendo al massimo, è il potere d’acquisto, che ha fatto sì che i conti abbiano perso il 9,8%.

E questa situazione non è destinata a migliorare: si stima che nella prossima decade, il potere d’acquisto continuerà a perdere valore e che comunque l’inflazione si attesterà al di sopra del target della Banca centrale europea.

Cosa significa questo? Che se lasci il tuo conto in banca così com’è e lasci “fermi” i tuoi soldi, questi varranno sempre meno.

Basti pensare che negli ultimi anni i nuovi depositi delle famiglie italiane siano aumentati di 205 miliardi, ma di questi 160,20 sono andati praticamente persi.

Possiamo fare un conto numerico: tra 10 anni – quindi nel 2032 – 50.000 euro varranno in realtà esattamente 35.173 euro.

Cosa possiamo fare quindi per evitare che l’inflazione incida troppo negativamente sui nostri conti in banca?

Inflazione e conto in banca: le soluzioni per non perdere denaro

C’è un solo modo per evitare che l’inflazione “distrugga” i soldi presenti sul tuo conto in banca: non lasciarli fermi, ma investirli.

inflazione conto in banca
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Come? Ci sono vari modi. Esistono diverse alternative, tra cui le azioni. Un esempio? Si potrebbe investire in megatrend promettenti, come quello della cybersecurity, tanto per citarne uno. Ma sappiamo benissimo che le azioni portano con sé un rischio troppo grande per essere sopportato da alcuni.

Un’alternativa meno rischiosa? Il Btp italiano, arrivato a giugno alla sua 17esima emissione. Questo ha una durata di 8 anni, quindi scade esattamente il 28 giugno del 2030.

La sua cedola annuale minima è dell’1,60% e viene corrisposta ogni 6 mesi. Inoltre questa comprende un doppio premio fedeltà dell’1%, ma di questo può godere solo chi ha acquistato il Btp in fase di emissione (cioè tra il 20 ed il 23 giugno).

Ovviamente chi acquista questo bond sul mercato secondario, deve sapere che questo dipende da diversi fattori, tra cui andamento dell’inflazione, futuri tassi di interesse, mosse della Bce.

Ma la buona notizia è che questo ha un prezzo di 99, 50 euro (bisogna tenere a mente che le obbligazioni devono essere sempre rimborsate al valore nominale, cioè 100 euro).

Esiste poi una soluzione che potremmo definire intermedia, nel senso che consiste nell’entrare nel mercato azionario in maniera graduale. Come con il Piano di accumulo del capitale, molto utile soprattutto per chi è alle prime armi e non vuole investire somme molto alte.

Attenzione però alle commissioni, perché spesso ci sono costi di entrata, di uscita e commissioni di cui tenere conto.

Su cosa si dovrebbe investire in questo caso? Si potrebbe puntare, ad esempio, sui settori che oggi hanno valutazioni interessanti, oppure puntare sui megatrend di lungo periodo, come il fintech, il biotech oppure le energie rinnovabili.

C’è poi non vuole correre alcun tipi di rischio: in questo caso l’unica soluzione è il conto deposito, che permette di godere di tassi accettabili, ma che vincola per un determinato periodo di tempo.

Il dato positivo è che questo può essere usato anche da chi non è esperto, quindi è adatto più o meno a tutti.

A proposito di inflazione, ecco come puoi ovviare al problema del caro prezzi, risparmiando sul gas.

In ogni caso, adesso sappiamo che tenere i soldi in banca completamente “fermi” in questo momento storico non è affatto un’ottima idea.

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