Con i funghi non si scherza! Se non sei sicuro di cosa hai mangiato e riscontri questi sintomi, corri subito dal medico.
I funghi sono una vera perla del nostro territorio: per molti cercarli, raccoglierli e poi cucinarli è una passione a tutti gli effetti. Ne esistono di tantissime varietà, ciascuna ha le proprie caratteristiche organolettiche e anche il proprio sapore.

Ma come tutti sanno, improvvisare può essere molto pericoloso: per non rischiare nulla bisogna essere esperti conoscitori dei funghi commestibili e, soprattutto, di quelli velenosi. Molte specie di fungo visivamente si somigliano tra loro e riconoscerne uno buono da uno letale non è sempre così facile.
Cosa fare se si è in dubbio? Se pensi di aver ingerito erroneamente un fungo potenzialmente velenoso, rivolgiti subito ad un dottore o corri al pronto soccorso. Come la maggior parte degli avvelenamenti, anche quelli da funghi possono essere curati se riconosciuti e trattati in tempo. Ma quali sono i primi sintomi e quando ci si deve preoccupare davvero?
Avvelenamento da funghi: quali sono i primi sintomi campanello d’allarme
A seconda del tipo di fungo velenoso che abbiamo ingerito, la sintomatologia cambia e può interessare diverse aree del nostro corpo in maniera più o meno grave e più o meno veloce. Alcuni funghi causano un malessere improvviso, altri, più pericolosi e subdoli, possono far comparire i sintomi dell’avvelenamento anche diverse ore dopo averli mangiati.

I meno pericolosi, anche perché più facili da riconoscere, sono i funghi che causano sintomi immediati. Solitamente interessano l’apparato gastrointestinale: vomito, diarrea, sudorazione eccessiva, dolore addominale sono tutti sintomi da tenere d’occhio quando abbiamo mangiato funghi dalla dubbia provenienza. Solitamente si tratta di funghetti scuri e piccoli che spuntano nei prati.
Altre tipologie di funghi velenosi provocano sintomi che interessano il midollo spinale e il cervello e si tratta molto spesso di funghetti allucinogeni. I sintomi sono improvvisa euforia, senso di confusione, perdita del contatto con la realtà, talvolta allucinazioni, battito cardiaco accelerato e pressione alta, raramente febbre. Generalmente le conseguenze di questo avvelenamento non sono gravi e gli effetti scompaiono presto.
Quelli più pericolosi sono l’amanita falloide o l’amanita muscaria, che non causano un’immediata comparsa di sintomi, ma provocano una reazione dopo diverse ore e sono i responsabili del 95% delle morti per avvelenamento. I primi sintomi sono sempre gli stessi, gastrointestinali e spesso scambiati per altro, ma poi possono comparire tachicardia, scompensi cardiaci e insufficienza respiratoria, portando alla morte.