E’ stata una recente sentenza di risarcimento dichiarata in Cina in sede civile di divorzio e riconosciuta ad una donna casalinga a riaprire il dibattito.
In Cina, una donna casalinga a tempo pieno ha affrontato insieme al marito una causa di divorzio. La sentenza conclusiva ha poi riconosciuto alla donna un risarcimento del valore di 50 mila Yuan (pari a circa 6.500 Euro al cambio attuale) per le mansioni svolte in casa durante i cinque anni di matrimonio. Oltre alla suddivisione al 50% dei beni famigliari e ad un assegno di mantenimento a cadenza mensile di circa 250 Euro.
E la notizia ha riacceso il dibattito sul diritto alla retribuzione per il lavoro casalingo anche in Italia. Fu Nilde Iotti – prima donna nella storia dell’Italia repubblicana a ricoprire la carica di Presidente della Camera dei Deputati – ad avanzare per prima la proposta in Italia nel 1955, attraverso l’istituzione di una pensione e assicurazione volontaria a favore delle donne di casa. La quale nel 1999, ovvero ben 44 anni dopo, divenne legge. Oggi per le oltre 7 milioni di donne casalinghe della nostra Penisola secondo l’ultimo dato ISTAT disponibile, l’assicurazione é obbligatoria. Ma sono ben pochi quelli che la stipulano.
Se a ciò aggiungiamo che negli ultimi anni la professione casalinga si é diffusa anche tra gli uomini, emerge con evidenza che questa realtà – a tutti gli effetti impiegatizia, professionale e lavorativa – non solo é viva e vegeta ma continua ad evolvere. Tuttavia, almeno in Italia, rimane pressoché un tabù di cui si parla, “se” ne si parla, sottovoce e per sommi capi.
Lo stipendio per l’attività casalinga: a quanto ammonta e a che cosa corrisponde
Una recente indagine svolta dal portale statunitense Salary.com ha quantificato l’ammontare del salario mensile che spetterebbe a casalinghe e casalinghi se venissero remunerati secondo i valori di mercato delle attività svolte. E preparatevi: perché la somma è davvero da capogiro.
Considerando 14 ore a settimane per i lavori in cucina a 10 Euro all’ora; 8 ore per le mansioni da autista e 13 per le ripetizioni scolastiche ai figli, ancora a 10 Euro all’ora; più 7 ore di psicoterapia famigliare a 28 Euro all’ora ed altre 7 per la gestione del bilancio famigliare a 40 Euro all’ora, ecco che il totale é presto detto: 6.971,00 Euro al mese. Ovvero circa 83 mila euro all’anno.
Ed é probabile che il rapporto di Salary.com sia stato realizzato con cautela e che anche altre voci ed altri prezzi possano essere considerati a bilancio, facendo lievitare le cifre già davvero significative. Senz’altro riportare anche la coniugalità a mere questioni di buste paga e tabelle di mercato può condurre molti di noi ad una sensazione di amarezza ed anche a rifiutare il principio secondo cui tutto, ma proprio tutto, abbia un prezzo. Se chiamarlo prezzo può urtare alcuni di noi, dobbiamo tuttavia riconoscerne il valore. E tutelarlo, anche per legge, ogniqualvolta emerga il rischio che non venga riconosciuto né valorizzato dallo Stato.
