Lorenzo Biagiarelli non le manda a dire: “Basterebbe fare meno gli str***i”. Così smaschera tutti via social, assurdo

Sul suo profilo Instagram ufficiale, Lorenzo Biagiarelli ha dato la sua versione dei fatti su una controversa notizia di cronaca che ha monopolizzato tutta la stampa italiana per giorni. Tra vero e falso, ciò che resta, sarebbe essere più gentili.

Non è la prima volta che Lorenzo Biagiarelli usa i suoi account social per dare un punto di vista o una prospettiva diversa rispetto a un tema, legato sempre al mondo della cucina si intende.

Lorenzo Biagiarelli smaschera tutti
Lorenzo Biagiarelli smaschera tutti – (Fonte IG: @lorenzo.biagiarelli
) – Mammeincucina.it

Motivo per cui, ad esempio, durante la sua vacanza in Nepal insieme alla sua compagna Selvaggia Lucarelli, il bel food blogger ha avuto modo di spiegare e approfondire tutte le bellezze e le prelibatezze della cucina nepalese, soprattutto nella sua versione da strada che è anche quella più diffusa e tipica. Ma non solo.

Sotto le festività natale, Biagiarelli aveva parlato della fittizia artigianalità di alcuni panettoni in tutto il paese, arrivando alla conclusione che in realtà si tratti solo di fuffa e marketingnben orchestrati per smuovere, più che il gusto o la fame, il nostro cervello.

Il fattore psicologico, per come la vedo io, conta di più. Il fascino del grande nome, della bella storia, del pacchetto perfetto”, aveva scritto il food blogger. E ora torna a parlare di un altro controverso tema che in questi giorni ha monopolizzato la stampa italiana, smascherando ancora tutti via social.

Chiude il ristorante più buono del mondo, ma Lorenzo Biagiarelli non ha dubbi

Come dicevamo prima, in questi giorni si è parlato tantissimo del ristorante più buono al mondo. Stiamo parlando del “Noma” di Copenaghen aperto nel lontano 2004 dallo chef danese René Redzepi che ora, invece, si trova costretto a ripensare il suo ristorante. Proprio perché l’alta cucina per come la conosciamo e la apprezziamo noi non sarebbe più economicamente ed emotivamente sostenibile.

Ristorante Noma
Ristorante Noma – (Fonte IG: @nomacph) – Mammeincucina.it

Tuttavia, il ristorante non sta chiudendo, né lo chef sta licenziando il suo staff. E comunque la chiusura è prevista per il 2024, anno in cui avverrà il cambiamento. In buona sostanza, infatti, il Noma diventerà un grande laboratorio di cucina per la sperimentazione di nuovi prodotti e piatti. Al posto del ristorante classico, però, ci sarà sia un sito di e-commerce che diversi “pop-up”, ovvero ristoranti temporanei, in tutto il mondo.

Insomma, la cucina stellare diventa itinerante per sopravvivere. Una scelta necessaria tuttavia, proprio perché stando sempre alle dichiarazioni René Redzepi nel suo ristorante si lavora per molte ore e in maniera estenuante. Aspetti non più sostenibili considerando anche i costi e la qualità dei prodotti.

Eppure, Lorenzo Biagiarelli è di un’altra visione, ben più complessa. “Il Noma chiude. Anzi, non chiude. La notizia che monopolizza la stampa gastronomica da tre giorni, quella della chiusura chiusura del ‘miglior ristorante del mondo'(?) non è davvero una notizia, e dietro alle riflessioni sullo spirito dei tempi, la sostenibilità umana del lavoro, il futuro della ristorazione c’è sempre la stessa triviale entità: il denaro“.

Insomma, il food blogger spiega come questa sia più una non notizia, proprio perché il ristorante danese non chiude ufficialmente i battenti, ma si rinnoverà in questi anni. Ma non solo.

Biagiarelli, infatti, comprende la scelta finanziariamente. “Cenare al Noma costa in genere 470 euro, più 260 se ci abbini il vino, per un totale molto spannometrico di 600mila euro al mese“. Non sufficienti visto che in Danimarca “un cameriere guadagna, lordi, 3000, uno chef 4500, stando ai dati reperibili online. Fossero affidabile, sarebbe evidente che di quei 600mila euro non ne resterebbero moltissimi“.

Il Noma conta ben 100 dipendenti e paga ora anche gli stagisti, prima per nulla retribuiti e sottoposti a un’esperienza lavorativa assolutamente tossica. Tanto che lo stesso chef danese ha ammesso di essere un capo brutale sia verbalmente che fisicamente. Insomma, una “spesa” aggiuntiva che rende impossibile riuscire a mandare avanti il ristorante in questa maniera.

Il problema, però, è la questione umana paventata da René Redzepi, uno specchietto per le allodole secondo Biagiarelli, volto a non spiegare tutti quei fenomeni che causano e fomentano problemi dal punto di vista psicologico sul posto di lavoro.

Tutto questo, infatti, secondo Biagiarelli, è solo il frutto di “turni di lavoro massacranti, la privazione della vita sociale e familiare, causati da un ricorso sistematico di straordinari, meglio se non pagati. Ma gli straordinari sono un problema finanziario, non umano, la cui mancata soluzione si trasforma in un fardello psicologico, e non viceversa“.

Allora qual è il punto della notizia? “Quindi, gira che ti rigira, il problema alla fine sono sempre e solo i soldi. Anche, perché per migliorare l’atmosfera mefitica di urla e vessazioni, basterebbe fare meno gli st****i, abdicare a quel modello militaresco che va di moda nelle brigate per qualche motivo non meglio specificato, probabilmente solo per tradizione. Quello, ad esempio, è gratis“.

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