Composti chimici nelle merendine 🍫 scatta in tutta Europa l’allarme baby 👶🏻 food

Preoccupate le industrie alimentari di tutta Europa: scatta l’allarme baby food per la presenza di composti chimici all’interno delle merendine più amate dai bambini. 

Non smetteremo mai dirlo: la consapevolezza alimentare è fondamentale per acquisti sani, sicuri e che ci facciano dormire sonni (abbastanza) tranquilli. Proprio per questo, testare sempre i prodotti, soprattutto quelli ultraprocessati – ovvero quelli che non esistono in “natura”, ma sono piuttosto una creazione dell’intelletto e dell’ingegno umano – diventa più che un impegno, una vera e propria missione.

Composti chimici snack
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Ecco perché noi di Mamme in Cucina ci teniamo sempre a riportare i risultati più importanti dei controlli effettuati, come ad esempio sui sughi pronti che tra gli ingredienti non vantano di certo solo i pomodori. Oggi, però, vi parleremo care mamme delle merendine e degli snack più amati dai piccini. E non solo.

Chi può dire di no a una bella barretta al caramello ultra croccante e ricoperta di tenero e dolcissimo cioccolato? Davvero nessuno. Soprattutto quando la giornata prende una brutta piega, ricercare nei prodotti così ghiotti il proprio comfort food, ovvero cibo che ci fa stare bene, diventa quasi un atto di legittima difesa personale. Ma cosa mangiamo esattamente quando compriamo uno di questi snack?

Ce lo spiega la rivista ‘Il Salvagente’ che ha parlato non solo di composti chimici, ma anche del cosiddetto allarme baby food. Stiamo parlando di un problema che sta allarmando tutte le industrie alimentari in Europa produttrici di snack e merendine di ogni sorta.

Mosh e Moah: i composti chimici non graditi nelle merendine

Queste due sigle che ci sembrano così astruse e lontane da noi, in realtà fanno parte della nostra quotidianità più di quanto possiamo immaginare. Nello specifico, il Mosh è l’acronimo inglese di Mineral Oil Saturated Hydrocarbons – idrocarburi di olio minerale saturo; il Moah invece sta per Mineral Oil Aromatic Hydrocarbons – idrocarburi di olio minerale aromatico.

Composti chimici barrette cioccolato
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In entrambi i casi, si tratta di due differenti gruppi di composti chimici che si possono trovare negli oli minerali. Eppure, il loro abuso potrebbe causare una futura limitazione alle industrie alimentari che invece oggi possono agire liberamente, non considerando, però, il pericolo per la salute dei consumatori.

Fanno parte dei Mosh, infatti, le paraffine e i nafteni, entrambe sostanze che provengono direttamente dal petrolio. Tra i composti del Moah, invece, potrebbero esserci anche alcuni composti cancerogeni, come ha sottolineato l’Istituto tedesco federale per la valutazione dei rischi. Insomma, stiamo parlando di studi preliminari su cui, però, si sa davvero troppo poco per poter escludere alcuni rischi e trarre conclusioni affrettate.

Motivo per cui, il 17 maggio 2022 l’Unione Europea ha decretato nuovi limiti per il Moah, tanto da parlare di ritiro dal mercato nel caso in cui questi vengano superati. Tuttavia, non trattandosi di una regolamentazione vincolante, c’è il rischio che gli Stati membri non applichino la norma della Commissione, non proteggendo così la salute dei consumatori.

Il grosso interrogativo del Mosh e il problema del baby food

E’ già da un po’ che il dibattito sui due composti chimici si fa sempre più acceso. Due anni fa, infatti, sempre ‘Il Salvagente’ aveva condotto un test sugli snack per bambini, scoprendo come la maggior parte fosse contaminata dai Mosh. Ma non solo. Anche in Germania è emerso come Mosh e Moah si trovassero in grandi quantità su burro, cioccolate spalmabili e perfino latte artificiale per i neonati.

Snickers baby food
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Proprio per questo, soprattutto negli ultimi due anni, si sta tentando di sensibilizzare sempre di più sul tema, tanto da parlare collateralmente di un allarme baby food. Pur non trattandosi, infatti, solo ed esclusivamente di prodotti consumati dai piccoli, sono proprio snack e merendine quelli più amati dai più piccini che li mangiano più di quanto facciano in realtà gli adulti, tanto da preoccupare la rivista che ha condotto un proprio test.

Nello specifico, ‘Il Salvagente’ ha analizzato le tracce di composti chimici all’interno delle merendine, confrontandoli con le indicazioni fissate dall’Autorità tedesca di controllo alimentare degli Stati federali. Stiamo parlando di una quantità di Mosh non superiore ai 9 mg/kg. Eppure, il risultato è davvero desolante in questo senso.

20 snack su 29, infatti, ne presentavano quantità variabili da 0,50 a 129 milligrammi per chilogrammo di prodotto. Insomma, siamo oltre le indicazioni fornite dall’Autorità tedesca. Ma mancando dei limiti di legge o una regolamentazione europea strettamente vincolante sui Mosh, le aziende possono muoversi come meglio credono, almeno per il momento.

Proprio per questo, nell’articolo de ‘Il Salvagente’ si legge ancora come, Matthias Wolfschmidt, direttore Strategia Internazionale Foodwatch, abbia da ridire sulla condotta delle industrie alimentari che tendono a sottovalutare il problema.

“I colossi alimentari Danone, Nestlé e Unilever hanno minimizzato il tema della contaminazione degli alimenti con oli minerali ai danni della salute pubblica di milioni di cittadini europei”, ha dichiarato Wolfschmidt. Stiamo parlando delle tre industrie più importanti, nonché di quelle che hanno il monopolio assoluto sulla produzione di snack e merendine di ogni tipo.

Ma come è possibile la contaminazione di Mosh e Moah nelle merendine?

Tutta questione di imballaggi

L’intoppo diciamo pure che si trova nella produzione e nella filiera alimentare. Nello specifico, la migrazione, nonché la contaminazione da Mosh e Moah, si deve a causa degli imballaggi e delle confezioni. Gli inchiostri da stampa a base di olio minerale e la carta riciclata, infatti, sono la fonte primaria di contaminazione.

Proprio per questo, l’Italia sta attuando un piano di sorveglianza del Ministero della Salute coadiuvato dall’Istituto superiore di sanità. A tal proposito, il piano prevede controlli su pane e panini, prodotti da forno fini, cereali da colazione, cibi di confetteria, cioccolato. Ma ancora gelati, dolci, pasta e prodotti derivati dai cereali. E anche gli imballaggi ovviamente saranno sottoposti a controlli per contenere sia Mosh che Moah.

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