Il dramma 😪 di Giorgio Locatelli e dei suoi esordi come chef 👨‍🍳 : “Era difficile…”

Giorgio Locatelli in una recente intervista si è lasciato andare e ha raccontato un particolare inedito sui suoi esordi come chef.

Da diversi anni Giorgio Locatelli è un volto di MasterChef e proprio questa esperienza lo ha portato di nuovo in Italia, la sua terra natale.

Giorgio Locatelli esordi
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Erano quasi 40 anni che aveva lasciato il Belpaese ed era partito alla scoperta dell’Europa, per coltivare il suo sogno di diventare chef. Era precisamente il 1983 quando arrivò a Parigi, per poi trasferirsi a Londra.

Proprio nella capitale britannica ha avuto inizio la sua fortuna vera e propria: negli anni ’90 aprì lo Zafferano, che nel ’99 è stato insignito di una stella Michelin.

Questo tra l’altro per lui costituì un primato molto importante: proprio Locatelli, infatti, è stato il primo chef italiano ad essere premiato all’estero e a non aver mai perso il riconoscimento ottenuto.

Sempre in Gran Bretagna poi nel 2013 divenne volto televisivo noto, grazie alla partecipazione a Italy Unpacked”, una serie di documentari inglesi per la BBC sull’arte e la cucina tradizionale italiana al fianco di Andrew Graham – Dixon.

A quell’esperienza seguì nel 2018 il suo ritorno in patria per prendere parte in qualità di giurato a MasterChef inizialmente in sostituzione di Antonia Klugmann.

C’è un però: in questa storia  che sembra la perfetta sintesi del successo di un uomo che ha lasciato tutto, patria compresa, per seguire la sua passione e che poi è riuscito, grazie ad essa, a ritornarvi – c’è anche una parte negativa.

Giorgio Locatelli, infatti, durante i suoi esordi come chef dovette affrontare anche moltissime difficoltà.

Giorgio Locatelli e il dramma sui suoi esordi

Giorgio Locatelli oggi è a capo di uno dei ristoranti più famosi d’Europa: la Locanda Locatelli.

Giorgio Locatelli esordi
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Non tutti sanno che questa è meta ambita di moltissime celeb – tra cui Madonna – ma non solo: anche i membri della Royal Family (William e Kate primi tra tutti) sembrano essere grandissimi fan della sua cucina.

Come lui stesso ha raccontato in un’intervista rilasciata a Rumors.it, uno dei segreti del suo successo è che il menù non è mai lo stesso, cambia continuamente (circa 32 volte all’anno, quindi quasi 3 volte al mese facendo un rapido calcolo).

C’è un turnover continuo nelle sue offerte – al netto dell’onnipresente tiramisù – che riescono comunque ad accontentare sempre tutti i gusti, nonostante proponga una cucina stagionale, quindi per ovvi motivi alcuni piatti restino solo pochi mesi all’anno nel menù.

Questo enorme successo comunque non gli ha di certo fatto dimenticare l’Italia: la cucina nostrana, infatti, è sempre nei suoi pensieri, ma anche nei suoi piatti e nelle sue preferenze.

Un esempio? La cucina pugliese, che Locatelli definisce simile a quella siciliana, ma con un’influenza greca molto più forte rimasta intatta.

A prescindere da ciò, però, Locatelli giura di non aver dovuto mai adattare i sapori italiani al palato inglese, ma di essersi sempre e solo basato sulla qualità dei prodotti a sua disposizione.

Sempre nella succitata intervista rilasciata a Rumors.it, poi, Giorgio Locatelli ha anche parlato dei suoi esordi.

A questo proposito ha detto: “Un ristoratore che decide chi sono i suoi clienti prima di aprire, nel 90% dei casi dopo due mesi ha chiuso il ristorante. Bisogna aprire al pubblico, per tutti. Certo, quando ho cominciato a fare cucina italiana verso la fine degli anni Ottanta, con Olivo, era molto più difficile. Soprattutto era difficile reperire prodotti italiani di qualità e prodotti freschi. Piano piano poi le cose sono cambiate. Quindi c’è stata una rivoluzione da parte mia nell’offrire, ma anche da parte del cliente nel recepire”.

A proposito dei suoi inizi inoltre lo chef ha anche raccontato un’altra triste vicenda che lo ha coinvolto appena è arrivato a Londra.

In ogni caso appare chiaro dalle sue parole che oggi, quindi, le cose sono cambiate anche sulle materie prima da utilizzare in cucina ed è probabilmente anche l’altissima qualità dei suoi piatti e di tutti i loro componenti ad attirare così tanta gente nel suo locale.

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