Il pesce in scatola 🐟 è davvero meno salutare di quello fresco? Ecco quello che nessuno ti aveva detto 😱

Il pesce scatola è meno salutare rispetto a quello fresco? Secondo moltissime persone sì, ma ecco la verità che nessuno ti dice al riguardo.

Il pesce in scatola fa davvero male come tutti pensano? Questa è la tipica leggenda metropolitana che gira da tempo immemore.

pesce scatola meno salutare
Mammeincucina Photo

Si pensa che tutto ciò che è inscatolato possa fare male alla salute, perché ricco di conservanti e sostanze poco nutrienti.

Del resto, parlando del pesce nel caso specifico, sappiamo che quello in scatola è decisamente più economico del pesce fresco, che ha un costo elevatissimo.

Quindi per moltissime persone acquistare quello che si trova in commercio nelle scatolette è una semplice alternativa low cost.

C’è da dire che ovviamente tutto ha un prezzo (nel senso più ampio del termine): non possiamo pensare di risparmiare senza avere però dei contro.

Parlando del pesce in scatola nello specifico, è opinione comune che questo contenga sostanze che lo rendono decisamente meno salutare.

Possiamo fare l’esempio del tonno, che il più delle volte – se non parliamo di quello al naturale – ha talmente tanto olio da poter essere consumato al massimo un paio di volte alla settimana per non fare danni.

Ma, tolto questo esempio in cui appunto è l’olio ad essere nocivo e non il pesce in sé, quello in scatola è davvero meno salutare di quello fresco? Ecco la verità che nessuno ti dice.

Il pesce in scatola è meno salutare rispetto a quello fresco?

Il pesce in scatola è meno salutare di quello fresco? Ci ha pensato uno studio, condotto proprio da ricercatori italiani tra l’altro, a rispondere a questa domanda.

pesce scatola meno salutare
Canva Photo

Nello specifico, ad occuparsi di questo caso sono stati i ricercatori del dipartimento di Politiche per la salute dell’Istituto Mario Negri, che sono arrivati ad una conclusione incredibile: chi consuma almeno un paio di porzioni a settimana di pesce in scatola, ha un rischio minore di sviluppare il tumore del colon – retto.

Per arrivare a questa tesi, hanno analizzati ben due studi condotti, sempre nel Belpaese, rispettivamente nel 1992 e nel 2010.

Hanno preso in esame ben 2.419 pazienti con tumore al colon – retto ed hanno confrontato le loro abitudini.

Quello che hanno scoperto è che chi consumava ogni settimana almeno un paio di porzione di tonno, sgombro oppure sardine correva un rischio minore di sviluppare questa malattia.

Questo è il primo studio che si è occupato nello specifico del pesce in scatola. Diverse ricerche negli anni si erano concentrate sul ruolo del pesce in generale come protezione contro alcuni tipi di tumore, ma questo caso è diverso.

Ma cosa rende questo alimento così importante nella prevenzione delle patologie oncologiche?

Molto probabilmente sono i nutrienti presenti – gli acidi grassi polinsaturi e il selenio – che hanno un’azione antinfiammatoria e anticancerogena. Dobbiamo specificare che questi sono presenti in entrambe le “versioni” del pesce, cioè sia quello fresco che quello in scatola.

In particolare, pare che l’Omega 3 e l’Omega 6 giochino un ruolo fondamentale nella lotta contro i tumori, perché aiutano a prevenire la degenerazione cellulare.

Proprio a questo proposito, il pesce in scatola potrebbe essere ancora più utile di quello fresco.

Perché? Gli oli di conservazione, ricchi di di grassi monoinsaturi (soprattutto di acido oleico) fanno sì che l’azione protettiva di questi acidi grassi essenziali sia amplificata.

Attenzione però; come ha specificato Carlotta Franchi, responsabile del Laboratorio di Farmacoepidemiologia e nutrizione umana del Mario Negri, questo non significa automaticamente che questo alimento da solo possa prevenire alcune forme tumorali, ma semplicemente che può aiutare a farlo.

Proprio a questo proposito, però, non possiamo non parlare del fatto che il processo di inscatolamento attualmente è cambiato, proprio per cercare di mantenere le caratteristiche nutrizionali dell’alimento intatte.

Oggi, infatti, il pesce viene lavorato davvero poco, cotto al vapore ed immerso in un olio di conservazione che il più delle volte è extravergine, di alta qualità.

Inoltre oggi c’è la tendenza a non aggiungere altri additivi e la somma di tutte queste accortezze lo rende comunque abbastanza salutare.

A questo poi dobbiamo aggiungere anche proprio di recente è stata smentita la voce secondo cui nei contenitori del tonno fosse presente il bisfenolo A (Bpa).

Questa sostanza è pericolosa perché può essere tossica e cancerogena, ma i suoi livelli rilevati nelle scatolette sono talmente bassi da non arrivare al limite di migrazione specifica indicato nel Regolamento (Ue) 2018/213.

A questo proposito, se vuoi acquistare il tonno in scatola, dovresti sapere che c’è un codice sulla scatoletta che dovresti proprio imparare a leggere.

In ogni caso, appare chiaro quindi che il fatto che il pesce in scatola sia meno salutare rispetto a quello fresco non è che una diceria.

Impostazioni privacy