Vietato bollire i crostacei vivi: la nuova legge della città di Parma

Arriva da Parma una nuova normativa che riguarda il divieto di bollire i crostacei mentre sono ancora in vita. Tutto quel che c’è da sapere.

Forse non tutti lo sanno ma ci sono alcuni pesci (in particolar modo i crostacei) che vengono cotti quando sono ancora in vita. Una sorte che tocca in modo particolare ad aragoste e scampi e che, inutile dirlo, costituisce un vero e proprio atto contro gli animali.
Motivo per cui negli ultimi anni, grazie anche alla maggior sensibilizzazione, questa pratica inizia ad essere sempre meno in usa.

In Svizzera ad esempio, questo tipo di cottura è vietato da 2018 e anche in Italia si iniziano a muovere i primi passi. Cosa avvenuta di recente proprio a Parma.

A Parma scatta il divieto di bollire i crostacei ancora in vita

cottura aragosta
fonte foto: Canvas

La notizia è molto recente e si spera sia solo la prima di tante altre. La città coinvolta è Parma, dove è stato emesso un nuovo regolamento che vieta di bollire i crostacei ancora vivi. Una pratica piuttosto comune un po’ ovunque e ovviamente incurante del benessere dei crostacei che solitamente vengono buttati nell’acqua bollente quando sono ancora in vita, e tutto perché secondo molti ristoratori, la loro carne se uccisi prima diventerebbe dura. Una sorte che almeno nella città di Parma gli sarà evitata, rendendo anche la loro esistenza meno penosa.

Una normativa che riprende, almeno in parte, quella emanata in Svizzera ormai tre anni fa. Quella del maltrattamento di animali (ed in questo caso dei crostacei) per il modo in cui vengono trattati da sempre è una guerra attiva da anni. Guerra che ha portato a normative sempre nuove come ad esempio quella di vietare la loro esposizione su ghiaccio mentre sono ancora vivi.

Per quanto riguarda la città di Parma, l’assessora Nicoletta Paci sostiene che quello uscito da poco sia uno dei testi più avanzati al mondo. Un testo che salvaguarda non solo i crostacei ma diversi animali. Tra le varie leggi sono infatti stati inseriti il patentino per i proprietari di razze di cani considerate aggressive, il divieto dell’uso del collare a strozzo (a meno che questo non sia caldamente consigliato da veterinario o dal comportamentista) e la cintura di sicurezza per quelli trasportati in auto. Piccoli grandi passi verso un modo diverso di intedere la vita degli animali in genere e che potrebbe fare da scuola ad altre città italiane.

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