Ospite in uno degli eventi più importanti del food e beverage, Giorgio Locatelli ha detto senza mezzi termini quello che pensa della cucina.
Se Antonino Cannavacciuolo rappresenta a MasterChef Italia la veracità e la semplicità e Bruno Barbieri la serietà e l’innovazione a servizio della tradizione, Giorgio Locatelli sicuramente è la parte più glam, cool, elegante e cosmopolita della cucina del trio delle meraviglie.

Ha, infatti, tutto quell’amplob e modo di fare tipicamente british che lo chef si è costruito col tempo sul campo con amore, cura e dedizione, la stessa che riserva alla sua famiglia e in particolar modo a sua figlia Margherita che da quando è piccolina convive con una serie di gravi allergie alimentari che non le permettono di mangiare, tra le altre cose, anche salmone, pesce e cioccolato.
Tornando a Locatelli, è stato proprio Bruno Barbieri a volerlo fortemente come giudice di MasterChef proprio per quella parte anglosassone che non c’era e che ci voleva, anche per dare un tocco diverso al programma. Gli inizi dello chef, infatti, sono stati prima in Francia e poi nel Regno Unito, dove Locatelli, oltre a scoprire tutti i trucchi del mestiere, ha imparato a sue spese tutta la fatica che si nasconde tra i fornelli.
I suoi primi anni a Londra non sono stati per nulla una passeggiata, tanto che lo chef solo qualche mese fa aveva raccontato alcuni momenti terribili oltremanica parlando di bullismo a sfondo razzista nei suoi confronti. Locatelli, infatti, venina chiamato “wop”, ovvero termine usato proprio per insultare chi è italiano o comunque proviene dall’Europa sud-occidentale.
La cucina ieri e oggi secondo Giorgio Locatelli
Ovviamente all’epoca, per quanto fosse assolutamente sbagliato, non c’era mica questa sensibilità sul tema, anzi tutto il contrario. Ma non solo. Per tutti gli anni Ottanta, e fino a un decennio fa a onor del vero, era un’altra l’idea di cucina che la tv ha saputo, però, piano piano scardinare e modificare. A dimostrazione del fatto che i media posso essere più impattanti sull’opinione pubblica di quanto possiamo effettivamente immaginare.

Ecco perché in occasione di “Identità Golose 2023”, uno degli eventi più importanti del food and beverage, Giorgio Locatelli ha avuto modo di dire la sua sull’evoluzione della cucina a 360 gradi. “Quando crescevo io era un po’ da sfigati avvicinarsi al mondo della cucina“, ha raccontato lo chef. “Adesso è più rock and roll e la presenza televisiva in questo aiuta e avvicina molto i giovani“.
Tuttavia questa patina cool e molto rock un po’ si discosta da situazioni vessatorie, orari di turno massacranti e paghe che non rispecchiano e né corrispondono all’effettivo lavoro svolto all’interno di una cucina. In tal ottica alcuni film e serie tv hanno denunciato e dimostrato un mondo molto diverso, e a tratti tossico, dalla rappresentazione dei talent show culinari.
“Bisogna migliorare le condizioni di lavoro dei giovani che vengono nel nostro settore“, ha precisato ancora Locatelli. “Dobbiamo saper attrarre i migliori talenti e poi spedirli in giro per il mondo perché i ragazzi sono i nostri migliori ambasciatori“.