Da parlante a commestibile, il grillo diventa il principe del novel food: ma quali sono i rischi del cibo del futuro?

In questi giorni non si parla d’altro, le nuove frontiere dell’alimentazione hanno a che fare con gli insetti, nello specifico farina di grillo e tutti i suoi derivati. 

In cinque anni in termini di alimentazione, sperimentazione e novel food le cose sono cambiate e anche parecchio. Una ricerca di BVA Doxa per Rentokil, azienda specializzata nel monitoraggio e controllo degli infestanti del gruppo Rentokil Initial, infatti, aveva dimostrato come quasi il 60% degli italiani fosse convinta che mai e poi mai in Italia sarebbero diventati “legalmente” commestibili gli insetti.

Alimenti a base di grillo
Farina di grillo – Mammeincucina.it

Cinque anni dopo, però, precisamente il 24 gennaio, l’Unione Europea ha dato il suo settimo via libera al novel food, approvando proprio la vendita di polvere sgrassata di Acheta Domesticus. In altra parole, si potrà usare il comune grillo per la produzione alimentare.

Ma i grilli non sono i primi insetti approvati dall’UE. Dal gennaio del 2018, infatti, è entrato in vigore il regolamento UE sui “novel food”, ovvero alimenti nuovi o inusuali rispetto a  quelli tradizionalmente previsti e che troviamo poi nel nostro supermercato di fiducia grazie alla filiera produttiva e alla grande distribuzione.

Così, prima della farina di grillo, grazie alla normativa UE, era possibile la vendita della larva gialla della farina e della locusta migratoria, proprio perché gli insetti, le farine e i suoi derivati, oltre a nuovi alimenti, sono stati riconosciuti come prodotti tradizionali provenienti da Paesi terzi.

Farina di grillo: tutto quello che c’è da sapere per un consumo consapevole

Tornando alla farina di grillo, l’EFSA (l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) ha spiegato come si potrà trovare, anche in percentuale ridotta, in:

Fraina di grillo
Benefici e rischi della farina di grillo – Mammeincucina.it
  • Pane e panini multicereali
  • Cracker e grissini
  • Barrette ai cereali
  • Premiscele secche per prodotti da forno
  • Biscotti
  • Prodotti secchi a base di pasta farcita e non farcita
  • Salse
  • Prodotti trasformati a base di patate
  • Piatti a base di leguminose e di verdure
  • Pizza
  • Prodotti a base di pasta
  • Siero di latte in polvere
  • Prodotti sostitutivi della carne
  • Minestre e minestre concentrate o in polvere
  • Snack a base di farina di granturco
  • Bevande come la birra
  • Prodotti a base di cioccolato
  • Frutta a guscio e semi oleosi
  • Snack diversi dalle patatine
  • Preparati a base di carne

Insomma, la lista è abbastanza lunga, ma come per qualsiasi altro ingrediente, la farina di grillo dovrà essere dichiarata con etichette chiare e ben leggibili, a differenza di altri ingredienti. Ma quali sono sia i rischi che i benefici legati al suo consumo?

Rischi e benefici del novel food

Partiamo dai benefici che riguardano l’ambiente, l’economia e la sicurezza della disponibilità alimentare. Nello specifico, infatti, sempre l’EFSA ha spiegato come trovare fonti di proteine alternative alla più “classica” carne, sia stato uno dei motivi più pressati: serve infatti non solo diversificare, ma anche rendere più sostenibile il sistema alimentare e gli insetti sembrano essere la soluzione più adatta al problema.

Per la FAO, infatti, gli insetti saranno sempre più rilevanti e presenti nell’alimentazione del futuro, proprio perché sono un’ottima fonte di proteine e nutrienti di diverso tipo, fondamentali per il buon funzionamento del nostro organismo. Ma non solo.

A differenza degli altri animali, l’impronta di carbonio legata al loro allevamento è solo dell’1% che in termini di sostenibilità ambientale e alimentare non guasta. Per quanto riguarda i rischi, invece, oltre alla suscettibilità legata al consumo di alimenti come gli insetti, anche se sotto forma di farina, l’EFSA ha condotto alcune indagini.

L’Agenzia europea ha spiegato come non ci sono rischi nel concreto. In altre, parole se si mangiano grilli o una bella bistecca al sangue, poco cambia, questo perché se gli insetti non trasformati sono nutriti solo con sostanze per mangimi autorizzate, proprio come accade per il resto degli animali e quindi di proteine non trasformate, il rischio di pericoli microbiologici che si corre è pressoché il medesimo.

Insomma, se “alle condizioni e ai livelli d’uso proposti”, la farina di grillo per l’Unione Europea è un alimento sicuro. Però c’è un però. L’EFSA, infatti, in base alle “limitate prove pubblicate sulle allergie alimentari connesse agli insetti in generale”, la farina di grillo o più in generale il consumo sistematico di insetti può causare una sensibilizzazione alle sue proteine.

Ecco perché chi è allergico a crostacei, molluschi e acari della polvere deve prestare più attenzione di base. Secondo l’EFSA, infatti, potrebbe essere soggetto a reazioni allergiche dovute al consumo di polvere parzialmente sgrassata di Acheta Domesticus. Ma non finisce qui. Nel caso in cui il substrato usato per nutrire gli insetti contenga ulteriori allergeni, questi potrebbero essere contenuti poi nei grilli, nei vermi e così via.

Che sapore ha la farina di grillo?

A questa domanda, come si legge in un articolo del ‘Corriere della Sera’, ha risposto la un’azienda di Scalenghe – in provincia di Torino – la Italian Cricket Farm che ha prodotto i primi spaghetti a Km0 a base di farina di grillo e che tra un paio di mesi potrebbero già vendere i suoi prodotti sia nei supermercati che nei ristoranti.

Il nostro, piaccia o no ai puristi, è un prodotto ecologico ad alta gamma per contenuto e purezza proteica, adatto alle diete degli sportivi, decisamente migliore rispetto alle farine tradizionali“, ha spiegato l’amministratore delegato Ivan Albano. Ma non solo. “Consumiamo pochissima acqua per allevare i grilli, l’opposto di quanto avviene con i bovini“.

Ma qual è il sapore degli spaghetti a base di farina di grillo? Stando alla Italian Cricket Farm, sarebbe molto simile a quello delle mandorle o ancora delle nocciole. Il sapore particolare o più o meno intenso, però, dipende tutto dalla quantità di farina di grillo usata. E voi, la proverete?

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